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La potatura degli alberi

Scrivere di potatura e di corrette cure da prestarsi agli alberi in ambito urbano non é semplice. Non é facile perché purtroppo sono le idee e le "scuole" che pretendono di aver trovato la soluzione. Si passa, così, da un estremo all'altro: dai filari di platani orrendamente scalvati, all'asserzione che le piante non necessitano mai e comunque di interventi cesori.
In realtà, il problema é complesso e merita delle risposte scientifiche e pratiche, serie e non basate su intuizioni o casi personali.
Potare bene significa aiutare in modo decisivo ed insostituibile l'albero, stressato dalle condizioni urbane in cui é costretto a vivere. Potare male significa, viceversa, infliggere all'albero un danno che si trascinerà per tutta la sua vita. É quindi importante distinguere il potare dal cattivo modo di potare. Gli interventi cesori dissennati sono ancora oggi, in Italia, una pratica consolidata e radicata: ma ciò non significa necessariamente che la pratica in sé sia sempre e comunque perniciosa. Questa confusione nei termini ha generato molte incomprensioni e dissapori anche tra gli addetti ai lavori e tra i tecnici.
Si vuole, qui, fare il punto sulla potatura, dando delle soluzioni pratiche, che sono il frutto di esperienze pratiche e teoriche.

Perchè potare un albero

Perché gli alberi di città sono potati, mentre quelli nei boschi o in foresta non lo sono? La risposta potrebbe essere banale: l'albero in foresta cresce dove si sviluppa meglio; l'albero in città cresce lì, perché vi é stato messo a dimora. La pianta nel bosco cresce in stretta comunità con gli altri alberi: i rami più bassi muoiono ancora giovani e possono essere abscissi. Gli alberi in città hanno modificato anche il portamento, avendo una chioma più aperta con rami basali più grossi. Quando questi muoiono o vengono potati, ne risultano ferite notevolmente più grosse, facile preda di patogeni. Solo in teoria, l'albero ha incrementi ponderali ad ogni stagione vegetativa. La pianta é un sistema che genera nuovi tessuti e che successivamente li perde con l'abscissione: la generazione é correlata all'abscissione.
Ciò spiega perché gli incrementi ponderali non sono correlati direttamente con le necessità di spazio e di energia.
In teoria, la potatura degli alberi in città li aiuta a regolare la massa e a prevenire rotture di rami con difetti strutturali e meccanici.

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Quando potare un albero

L'epoca più opportuna di potatura dipende dalla specie, dalle condizioni vegetative e dal risultato finale desiderato.
Deboli interventi cesori possono essere eseguiti in ogni periodo dell'anno, come pure la rimonda del seccume o l'asportazione di rami spezzati. La potatura nel periodo "sbagliato" non uccide, come qualcuno pensa, l'albero, ma può, temporaneamente, ridurne la fioritura o la crescita. I periodi critici annuali nel vigore di un albero sono essenzialmente due: la fase di emissione delle foglie, in cui l'albero eroga grandi energie, e l'abscissione autunnale delle medesime, in cui la fase di sporulazione di molte crittogame é elevata. In queste due epoche é meglio non Potare. Il periodo più usuale d'intervento risulta essere la fine dell'inverno.
La potatura verde é pratica emergente e da consigliarsi in molte situazioni. l'effetto più appariscente che provoca é la riduzione del vigore delle cacciate: in questa ottica, il periodo più efficace, su numerose specie, va dalla primavera all'inizio dell'estate. Intervendo in questo periodo, si riduce più a lungo la superficie fogliare.
La potatura verde é consigliabile anche oggi negli interventi riformativi, quando cioè, si tenta di correggere i danni causati da precedenti tagli di capitozzo o quando si vuole eliminare cacciate in sovrannumero.
É consigliabile effettuare la potatura su conifere dopo la fioritura.

Dove potare un albero

prontuario-potature-dove-potare Per decenni, ed ancora oggi, si é detto e scritto di eseguire tagli a filo tronco e di ricoprire, poi, la ferita con mastici "cicatrizzanti". Tutto ciò, magari, senza che fosse ben chiara l'unione tra tronco e ramo. Recenti studi sperimentali hanno chiarito questa unione che é, in genere, molto salda e, a livello anatomico, particolare. Si tratta, infatti, di una doppia unione che fornisce, nel medesimo tempo, robustezza ed elasticità.
prontuario-potature-dove-potare Esemplificando, si tratta di un doppio collare, che in alcune specie (faggio, betulla) é molto ben evidente anche in natura. In natura, quando un ramo si secca per carenza di luce, é molto ben visibile la separazione tra il legno vivo del tronco e tessuti morti del ramo.
É necessario che anche l'intervento dell'uomo ricalchi ciò che avviene in situazioni naturali. Tagliare, dunque, il più vicino possibile al collare del ramo, senza andare a lederlo.
prontuario-potature-dove-potare prontuario-potature-dove-potare Nel collare sono presenti barriere chimiche di protezione che si oppongono naturalmente ai microrganismi: i tagli a filo tronco o tagli rasi, rimuovendo queste barriere, facilitano l'ingresso dei patogeni. In aggiunta, il taglio raso va a ledere direttamente il tronco, che può, quindi, in seguito, fessurarsi o spaccarsi.
L'uso e la ricopertura dei tagli di potatura con i mastici "cicatrizzanti" vengono raccomandati vivamente, tanto che in numerosi capitolati d'appalto se ne fa obbligo d'uso. In realtà, la ricopertura con resine é da considerarsi una medicina psicologica per il proprietario dell'albero o per chi esegue i tagli: sicuramente rappresenta il tentativo più appariscente di antropizzazione prontuario-potature-dove-potare delle cure da prestarsi agli alberi. In altri casi, e questo é molto grave, rappresenta, per l'operatore incapace e superficiale, la "vernice" che ricopre sbagli e nefandezze. Quante volte di fronte a lavori mal eseguiti o a capitozzi evidenti la risposta dell'operatore é stata "ma ho messo il mastice!"?
Quali sono i motivi per cui si applica il mastice? Le risposte sono numerose, e tutte, comunque, supportate da pochi o nulli dati scientifici.
prontuario-potature-dove-potare L'efficacia di un mastice non può essere dimostrata, anche a livello sperimentale, dalla vigoria o velocità nell'emissione dei tessuti cicatriziali. I tessuti alterati dai patogeni interessano il legno presente all'epoca della ferita. In realtà, la formazione del calcio é associata al ritmo di crescita dell'albero: una pianta che cresce in fretta e vigorosamente emette velocemente un largo callo; più si esegue un taglio raso, andando a danneggiare i tessuti del tronco, più vi é veloce emissione di callo.
Il vero, unico, almeno al momento, naturale cicatrizzante, attivo da milioni di anni, é il rispetto del collare e delle barriere protettive naturali interne. Eseguire il taglio correttamente, e tale indicazione dovrebbe entrare d'uso nei capitolati, é l'unica arma a disposizione per aiutare l'albero.

Come potare un albero

Enunciare regole precise di taglio sarebbe semplicistico se non impossibile.
Troppo diverse dall'eventuale modello teorico sono le situazioni ed il materiale vegetale su cui l'arboricoltore deve intervenire. Troppe volte si é chiamati ad intervenire su filari, che per sbagli agronomici d'impianto o per errori antecedenti prontuario-potature-dove-potare di potatura, sono rovinati e sarebbero da sostituire, ma ciò spesso non é possibile. Come in altri settori, anche in arboricoltura sarà bene prevedere modi e misure differenti di taglio, che terranno conto dell'età dell'albero e delle condizioni in cui si trova. Ciò per facilitare il compito di chi poi andrà a potare.
Un'ulteriore considerazione é doverosa: ogni albero é un individuo a sé stante, con la propria storia, i propri traumi, i propri punti interni di debolezza strutturale, la propria differente vitalità. Ne consegue che é estremamente sbagliata la potatura cosiddetta "a campione", perché va a massificare delle individualità ben precise e costituite.
É bene poi non dimenticare che i tagli rappresentano, comunque, un'aggressione alla pianta; andranno, quindi, evitati tagli su grosse sezioni, superiori a 10 cm. Se il taglio é ben eseguito nel rispetto del collare, e se la pianta é sufficientemente vigorosa, gli agenti cariogeni saranno isolati ed il danno patito sarà ridotto al minimo.
Quando è necessario accorciare dei rami si utilizza la tecnica del taglio di ritorno (2) che prevede il taglio all’intersezione di un ramo più piccolo. Il ramo che rimane dovrà essere di diametro non inferiore a un terzo della branca su cui è inserito e di lunghezza proporzionata

 

(Fonte informazioni: Comune di Merano)